Gli Hutong di Pechino
24.03.2015Sento ogni giorno l’incanto lontano e infinito degli Hutong, questi vicoli antichi e affascinanti da cui ha preso il nome la mia galleria d’arte.
Nella definizione nota gli Hutong di Pechino sono le viuzze sulle quali si affacciavano le case con le loro corti interne, che formavano interi quartieri della città.
Ancora oggi per un visitatore attento la vita della capitale Cinese si divide in due: quella della megalopoli caotica, inquinata, piena di fast food americani, ingorghi di traffico e grattacieli senza pretese estetiche è infatti solo uno dei due volti di Pechino, l’altra è quella che si può scoprire camminando nel labirinto di vicoli chiamati Hutong.
Nei tranquilli angoli della capitale, non lontani dalla Città Proibita e da piazza Tiananmen, i suoni dei clacson lasciano il posto a quelli dei campanelli delle biciclette e allo starnazzare di anatre e polli che echeggia nei cortili delle case. Queste sono le uniche tracce dell’antico tessuto urbano di una città che ha ormai superato la soglia di 20 milioni di abitanti e si avvia verso altri primati.
I luoghi degli Hutong offrono un colpo d’occhio sul mondo della Pechino di un tempo e consentono di percepire il vecchio stile di vita e la cultura tradizionale della città che, devo ammettere a malincuore, stanno lasciando il posto a una grande metropoli sempre più omologata ai grandi agglomerati della terra.
Visitando gli Hutong sopravvissuti è possibile rendersi conto dei drammatici cambiamenti a cui il resto di Pechino è sottoposta.
La semplicità che pervade questi villaggi urbani pre-comunisti, infatti, è stata (e viene) rimpiazzata da palazzi e centri commerciali di stampo occidentale e gli insediamenti tradizionali segnati da ritmi e costumi risalenti al passato stanno scomparendo.
Perché tutto cambia così rapidamente? E’ difficile dare una risposta, forse perché non la conosco o forse perché una risposta veritiera mi spaventa.
Preferisco sognare e pensare che questo mondo possa rimanere immutato nel tempo, come una testimonianza indelebile della storia del Celeste Impero.
Pietro Sella